Cedolare secca 10%, quanto conviene
A partire dal 2014 è entrata in vigore la nuova cedolare secca sugli affitti che prevede un’aliquota ridotta al 10% limitatamente ai contratti di affitto e locazione immobiliare a canone concordato. La cedolare secca è un regime agevolato che prevede l’applicazione di un’imposta sostitutiva al 10 dal 2014 al 2017, al 15% dal 2018 o 21% a canone libero a seconda dei casi sui redditi derivati da locazione e affitto immobili ad uso abitativo.
Se il proprietario dell’immobile o l’affittuario, scelgono di avvalersi di tale regime, la tassazione per il proprietario non avviene più in base al reddito ma solo sul canone incassato mentre per l’affittuario si riducono i costi del canone mensile da pagare. L’opzione è sempre facoltativa e va comunicata nel momento della registrazione del contratto presso l’Agenzia delle Entrate; tale aliquota andrà a sostituire:
1) Irpef e le relative addizionali.
2) Imposta di registro contratto di locazione.
3) Imposta di bollo 16,00 euro.
Cedolare secca 10%, quanto conviene
Il risparmio si traduce con la Cedolare Secca 2015 al 10% per il canone concordato e al 21% se la casa è affittata a mercato libero, da versare in acconto e saldo.
Il D.L. n. 47/2014 permette quindi una riduzione della tassazione dall’attuale 15 al 10% dei canoni di locazione.
La valutazione della convenienza della cedolare secca non può prescindere prima di tutto dal raffronto tra cedolare secca e applicazione della tassazione per scaglioni di reddito Irpef ossia in assenza di applicazione della tassa piatta. Va infatti compreso se il risparmio derivante dalla riduzione della cedolare secca compensa la riduzione del canone di affitto che sarà applicata all’inquilino.
Come si calcola la cedolare secca?
- Per i contratti di locazione a canone libero: 21% del canone annuo stabilito dalle parti.
- Per i contratti di locazione a canone concordato e relativi alle abitazioni che si trovano: nei Comuni ad alta tensione abitativa, contratto di locazione stipulato con privati, Onlus, cooperative, subaffitti studenti, Immobili non affittati: aliquota 10% sul canone annuo dal 2014 al 2017 e dal 2018 al 15%.
Resta l’obbligo di versare l’imposta di registro per la cessione del contratto di locazione.
Perché scegliere la cedolare secca?
1) con il decreto casa trasformato in legge lo scorso maggio, la cedolare secca sugli affitti a canone concordato è stata ridotta dal 15 al 10% nel quadriennio 2014-2017 (la riduzione è però valida però solamente nei comuni ad alta intensità abitativa e in quelli che hanno dichiarato lo stato di emergenza negli ultimi cinque anni), mentre sugli altri tipi di contratto la tassazione resta al 21%;
2) la percentuale di abbattimento dei canoni ai fini Irpef è scesa dal 15 al 5%.
Per pagare la cedolare secca con il modello F24 è necessario indicare uno dei seguenti codici tributo:
– 1840 per la prima rata dell’acconto;
– 1841 per la seconda rata o dell’acconto o il pagamento in unica soluzione;
– 1842 per il saldo.