Lavorare in nero come estetista




Il lavoro in nero è sempre stato il grande tarlo italiano che solo negli ultimi anni è andato lentamente diminuendo grazie ai controlli sempre più frequenti della Guardia di Finanza in merito, per questo è anche rischiosissimo lavorare in nero come estetista.

“Lavorare in nero è vantaggioso”. Questa è sempre stata l’opinione comune di coloro che sceglievano di intraprendere questo percorso considerato un tempo “assolutamente normale”; non esisteva il problema comune dell’etica lavorativa perché il tutto si riassumeva con:” guadagno tanto e subito e il mio stipendio me lo accantono facendomi un fondo pensionistico a mio modo”. Tante sono le testimonianze di persone che risultavano disoccupate da una vita pur mantenendo un tenore del tutto dignitoso.

Nel caso delle estetiste il fenomeno è andato dilagando. In una società nella quale l’esteriorità è diventata il primo e vero biglietto da visita per il mondo, si sono moltiplicati centri estetici non propriamente a norma. Il lavoro nero schiaccia i commercianti onesti più della crisi economica. Per combattere il piccolo esercito di abusivi  diverse associazioni di categoria dell’artigianato sono scese in campo con una campagna di sensibilizzazione dei clienti che, spesso inconsapevolmente, si affidano a personale improvvisato mettendo a rischio la propria salute.




Lavorare in nero come estetista

Accanto ad esercizi regolari in cui vengono rispettate tutte le norme, ci sono persone che decidono di lavorare in nero come estetiste lavorando in casa ed altre che si recano al domicilio del cliente. La loro forza sono i prezzi: talmente bassi da essere competitivi e da convincerli che il lavoro regolare non potrebbe essere la loro sistemazione futura. Il numero dei lavoratori abusivi e di evasori totali, solo nel settore dell’estetica, si aggira oltre 100mila, tra estetiste, onicotecniche, massaggiatrici, parrucchieri. In Italia, solo in questo comparto si evadono oltre 10 miliardi di euro.

Nella maggior parte dei casi si tratta di persone che hanno frequentato un regolare corso di studi e che alla fine del percorso si sono rese conto che la soluzione più economica è quella del lavoro in casa che permette loro di risparmiare in tasse, assicurazioni e contributi previdenziali. A parte la qualità, naturalmente chi lavora in casa non fa fattura e quindi non pagando le tasse può abbattere i costi: in questa maniera si crea una competizione del tutto scorretta.

Altro fattore da tener bene a mente per chi lavora in nero e per quelli che vogliono lavorare in nero come estetista è quello delle pene che, giustamente, si sono inasprite: esercitare senza qualifica professionale comporta multe da 2.500 a 5mila euro e la chiusura dell’attività; la mancata esposizione delle tariffe fa rischiare multe da 250 a 500 euro; l’esercizio di attività in locali sprovvisti dei requisiti comporta sanzioni da 250 a 5mila euro; lavorare fuori orario comporta multe da 50 a 300 euro.

Con queste nuove sanzioni si spera che sempre meno decidono di lavorare in nero come estetista di disincentivare l’avviamento di pseudo attività che potrebbero perfino mettere a repentaglio la salute della futura clientela.