La valutazione dei rischi: cause e conseguenze




Identificati i rischi che si corrono o non si corrono, il passo successi­vo consiste nel valutarli. A tale fine, bisogna essere attenti a misura­re sia la componente probabilistica sia quella economica. Scopriamo insieme come si valutano i rischi di un individuo.

Valutazione dei rischi

Bisogna tuttavia anche suddividere i rischi in funzione dei sog­getti e del tempo. Per quanto riguarda i soggetti, il tema è sintetica­mente riassumibile in una domanda: chi subisce conseguenze nel caso in cui si verifica il rischio? Ii caso più semplice appare quello della premorienza: la premorienza del capofamiglia produce danno ai familiari sopravviventi. Ma siamo sicuri che la premorienza di un coniuge che non lavora non abbia conseguenze economiche sulla famiglia? Il caso più comune e quello della famiglia con moglie a ca­rico e figli piccoli, che di rado viene analizzata. La quantità di denaro necessaria per mandare i figli a un asilo nido, per fare un solo esem­pio, o la necessità di avere qualcuno che svolge, remunerato, i lavori domestici necessari per la conduzione di una casa rende molto evi­dente il valore economico del contributo delle donne non lavoratrici alla vita familiare, che purtroppo non viene quasi mai valorizzato e appare quasi invisibile.

Bisogna, dunque, evidenziare nella tabella precedente i soggetti da tutelare nel caso in cui si verifichino i rischi citati.

Tipologie di rischi

Vi è poi il tema del tempo, che distingue tra rischi immediati, ri­schi differiti e rischi senza tempo o a vita intera.

  • Rischi immediati. Sono quelli che possono accadere in questo istante. La premorienza, l’invalidità, l’incendio dell’abitazione sono tra questi.
  • Rischi differiti. Sono posizionati in un tempo futuro, ma predefi­nito; ne è tipico esempio il rischio di non poter disporre di suffi­ciente reddito familiare per consentire ai figli gli studi universita­ri. Un altro rischio differito è quello del pensionamento.
    • Rischi a vita intera. Sono quelli senza tempo. Tipico quello della trasmissione ereditaria della ricchezza. Qui, il rischio è che il pa­trimonio sia esposto a un’imposizione fiscale che ne riduca signi­ficativamente la misura.

La suddivisione dei rischi per tempi ha un primo effetto fonda­mentale in termini di pianificazione della propria vita economica complessiva.




Le modeme tecniche di pianificazione richiedono infatti ai cittadi­ni di definire, all’interno del proprio ciclo di vita, le priorità connesse alle esigenze finanziarie di liquidità, al risparmio, all’investimento, al pensionamento. La protezione dai rischi puri e immediati è stabilita e consigliata come del tutto prioritaria da ogni studio scientifico. Il motto di base della pianificazione finanziaria anglosassone è proprio “prima proteggersi, poi investire tutto il resto”. Infatti è naturale fis­sare bene il carico nella stiva prima che una nave salpi. In Italia, inve­ce, la protezione è stata sottovalutata per molto tempo.

Due cure finali: la prima è quella di non sopravvalutare le forme di protezione che ciascuno di noi ha. Gli italiani, infatti, oltre che poco assicurati sono anche sottoassicurati, nel senso che talora sono portati a comprare (e a vendere) assicurazioni senza verificare che le somme e i tempi siano sufficienti rispetto al bisogno.

La seconda è quella di non lasciarsi tentare dalla tendenza a ri­mandare l’avvio del confronto con i propri rischi. La tendenza a pro­crastinare è uno dei maggiori vincoli interni alla propria protezione. Sembra infatti sempre troppo presto per considerare la propria pro­tezione, finchè, a un certo punto, diventa troppo tardi.

Infine, bisogna davvero imparare a ripensare il proprio rapporto con i rischi: affrontare la propria esposizione ai rischi è un atto di re­sponsabilità sociale ed economica, reso ancora più necessario dal­l’arretramento delle tutele pubbliche degli ultimi anni. I rischi possono essere subiti, gestiti, trasferiti, ma la situazione di partenza, quella del subire, che deriva proprio dalla scarsa capacità culturale delle persone di affrontare in maniera moderna le paure che per millenni hanno immobilizzato i nostri antenati e consentito a pochi potenti di manipolare intere folle, tenendole in balia della paura o promettendo vane sicurezze in cambio di servitù e di fedeltà.