Garanzia conto corrente, cosa succede se la banca fallisce
Se la banca fallisce abbiamo la garanzia sul conto corrente? In molti possiedono un conto corrente bancario su cui ricevono mensilmente i guadagni del proprio lavoro, un conto che si reputa sempre al sicuro senza pensare a cosa succederebbe se la banca, presso cui è stato attivato, fosse coinvolta in un fallimento.
Cosa succede al conto corrente se la banca fallisce? Questa è una domanda che in pochi si pongono perché si reputa sempre sicura la propria banca di riferimento, eppure il fallimento e lo scandalo fallimentare può coinvolgere anche le banche ritenute più solide, per cui è bene sapere cosa succede al proprio denaro depositato in banca e come fare per tutelare i propri risparmi nel caso del fallimento della banca. Un modo per preservare il denaro dei risparmiatori oggi esiste ed è il FITD, ovvero il Fondo interbancario di tutela dei depositi.
A cosa serve e come può aiutare i comuni correntisti? In pratica, il Fondo Interbancario serve per aiutare la banca o l’ente finanziario che si trova ad affrontare una crisi condividendo il budget con gli altri istituti di credito che hanno aderito al Fondo. Venendo in aiuto della banca in fallimento, il Fondo andrà a rimborsare i risparmiatori che possiedono un conto corrente attivo in quella banca, per cui per legge ogni correntista tornerà in possesso del capitale versato.
Garanzia conto corrente, cosa succede se la banca fallisce
Nel caso, per esempio, di un conto cointestato da due persone, queste torneranno in possesso del proprio capitale in egual modo, così accade anche nel caso in cui un’unica persona possieda più conti correnti. Il Fondo, però, non rimborsa tutti gli importi, infatti ha previsto una cifra limite che costituisce una sorta di soglia oltre la quale non può rimborsare il capitale, e tale soglia è pari a 103.291 euro, per cui chi si trova a essere titolare di più conti correnti presso la stessa banca avrà sì il diritto di vedere restituito il proprio capitale, ma la massima copertura cui si potrà arrivare sarà solo pari a tale cifra.
Anche per questo, se si devono aprire più conti correnti, è meglio aprirli presso banche diverse. Il Fondo interviene sia che il fallimento coinvolga conti correnti sia conti deposito anche quelli vincolati, assegni circolari e certificati di deposito nominativi, mentre non tutela le azioni, le obbligazioni, i titoli di Stato. Per evitare tali problemi, è sempre consigliabile non investire o aprire conti sempre presso la stessa banca, ma cercare di diversificare e di distribuire le varie liquidità in banche diverse così da potersi assicurare un rimborso in caso di problemi legati al fallimento della banca.
Per esempio, se si hanno più conti attivi in banche diverse, il Fondo garantisce il rimborso per ogni conto attivo presso una banca: per cui, se si hanno tre conti su tre banche diverse, nel caso in cui tutti e tre gli enti dichiarino bancarotta, allora il correntista avrà diritto a un rimborso su ognuno dei conti correnti nelle tre banche. Al contrario, se i tre conti risultassero aperti tutti presso una stessa banca, l’importo massimo di rimborso varrebbe per tutti e tre in totale e non per ogni conto.
Per poter affrontare nel modo migliore questi problemi, ogni banca possiede un fondo rimborsabile costituito dai depositi di privati e imprese. Il rimborso del capitale versato avviene in modo autonomo ed entro venti giorni dal provvedimento di liquidazione coatta, quindi in questo caso è lo stesso Fondo a contattare e rimborsare i risparmiatori.