Lavorare in nero cosa si rischia, sanzioni




Il mercato del lavoro è diventato una giungla nella quale tante sono le richieste e poche le offerte; ma lavorare in nero cosa si rischia? Per questo motivo sempre più datori di lavoro, sfruttando la condizione dilagante di disoccupazione, propongono impieghi che non prevedono un inquadramento regolare dal punto di vista contributivo.

Il lavoro in nero è sempre stato un osso duro da combattere, soprattutto nel nostro paese in cui questa “politica lavorativa” ha sempre avuto la meglio essendo considerata la più vantaggiosa.

Ma lavorare in nero cosa si rischia? Questo meccanismo ha causato enormi danni sul versante economico. Assumere lavoratori in nero oggi comporta il rischio di una maxi sanzione introdotta con il Decreto Legge 145 convertito dalla legge n. 9/2014, e qui vediamo quando scatta e quanto vale perchè immagino che molti di voi nonostante tutto saranno comunque curiosi di saperlo.

Lavorare in nero cosa si rischia

A partire dall’entrata in vigore del decreto legge 145 ossia dal 24 dicembre 2013 tutti i periodi di lavoro in nero sia che siano iniziati prima di tale data sia a partire da tale data (ossia in essere a tale data) saranno soggetti alle seguenti due sanzioni:




– Sanzione minima di 1.950 euro

– Sanzione Massima 15.600 euro

A queste sanzioni si aggiungerà una sanzione addizionale pari a 195 euro per ogni giorno di lavoro in nero. Le nuove sanzioni non verranno però applicate a tutti quei contratti come i co.co.pro. i quali non siano verificabili in sede di verifica ispettiva.

Per i lavoratori in nero sono state anche introdotte le nuove sanzioni in materia di durata media dell’orario di lavoro e di riposi giornalieri e settimanali.

Continuiamo a vedere tutto sul lavorare in nero cosa si rischia. Per ciò che riguarda le sanzioni sull’orario di lavoro, il Ministero del Lavoro ha stabilito che la durata media dell’orario di lavoro deve essere calcolata con riferimento a un periodo non superiore a 4 mesi, il riposo settimanale in un intervallo di tempo non superiore a 14 giorni e che il riposo giornaliero deve essere fruito ogni 24 ore.

Oltre a tutto quello che abbiamo accennato, lavorare in nero implica anche una mancanza di anzianità contributiva utile al pensionamento e ad una copertura in caso di infortuni o di malattia.